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La canapa più nociva per i polmoni del tabacco

LONDRA (AFP) – La canapa è più nociva del tabacco e fumare tre joint di canapa risulta non meno nocivo per i polmoni del consumo di 20 sigarette. E‘ quanto afferma uno studio inglese di medicina reso noto lunedì. Quando la canapa è mescolata al tabacco gli effetti sono ancora più deleteri, precisa lo studio della British Lung Foundation (Fondazione britannica del polmone) che si intitola „A smoking Gun“ (Il tabacco incriminato). Il catrame presente nella canapa contiene sostanze cancerogene in misura superiore del 50% del tabacco. Lo studio dimostra che i rischi legati al consumo di canapa sono oggi maggiori che negli anni 1960 poiché la canapa è „15 volte più forte“ che all’epoca, con un tasso sempre più consistente di THC (tetraidrocanabinol), sostanza psicotropica della canapa. Pertanto, concludono gli autori del rapporto, gli studi effettuati negli anni 1960 non si possono più applicare al giorno d’oggi. „Queste statistiche riserveranno una grossa sorpresa per parecchia gente, compresi quelli che hanno deciso di passare alla canapa dal tabacco convinti che questa fosse meno pericolosa per loro“, ha commentato il Dott. Mark Britton, presidente della fondazione. E aggiunge: “E’ di importanza vitale che le persone siano informate integralmente dei pericoli perché siano in grado di prendere le decisioni in piena coscienza e cognizione dei danni che ne possono derivare.” Per poi sottolineare: „Questo rapporto non tocca le problematiche etiche sul bene o sul male in connessione con il consumo della canapa ma è destinato semplicemente a far sì che ciascuno comprenda chiaramente quali sono i rischi respiratori che esso comporta.” A sua volta la direttrice della fondazione, Signora Helena Shovelton, spiega che “il numero e il volume delle inalazioni di canapa sono pari a quattro volte quelli del tabacco“. „In altri termini, uno inala più profondamente e trattiene il fumo più a lungo prima di espellere.” L’aria rimasta nel polmone. Ne consegue, afferma la directtrice, „che il monossido di carbonio e il catrame entrano nei polmoni in maggiore quantità”.

Ammalati di cancro: non è mai troppo tardi per smettere di fumare!
„E‘ assolutamente necessario mettere a punto delle strategie per aiutare gli ammalati di cancro a smettere di fumare non appena la malattia è diagnosticata.” A tal fine il Dott. Ian Olver, del Centro di oncologia del Royal Adelaide Hospital in Australia, ha fatto uno studio su 384 ammalati di cancro mirante a valutare l’efficacia delle tecniche di automotivazione scelte per incoraggiarli ad abbandonare il fumo.
I risultati si sono rivelati poco probanti. Tuttavia il metodo avrebbe permesso di individuare i pazienti più propensi a smettere. Si tratta di quelli che pensano che il loro tabagismo sia all’origine del male. „Il personale sanitario deve mostrarsi sensibile quando affronta il tema con i pazienti. Devono cercare di capire per quale motivo essi fumano. Se per esempio il paziente fuma perché è stressato occorre intervenire sulla causa dello stress“, evidenzia Ian Olver. Il quale per altro ha tenuto a fare giustizia di un preconcetto: „Numerosi pazienti sono convinti che una volta diagnosticato il cancro, sia troppo tardi per smettere di fumare. Non è vero. Non è mai troppo tardi. Il fatto di abbandonare il fumo può migliorare la prognosi migliorando nel contempo la qualità di vita dei pazienti.”

Fonte: Congresso europeo di oncologia medica, ottobre 2002. 

(Destination Santé)

530 decessi ogni ora, 13.400al giorno… 

…è questo lo spaventoso bilancio del tabagismo a livello mondiale, come stabilito a Ginevra dagli autori dello „Atlante del tabacco” dell’OMS. Con 4,9 milioni di morti all’anno, la più grande epidemia evitabile al mondo non risparmia nessun paese, nessuna popolazione. La Dott.ssa Gro Harlem Brundtland, Direttore generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha dichiarato di recente che l’atlante „presentando con grande semplicità dati statistici ed epidemiologici complessi consente ad ognuno di capire meglio i fatti e di utilizzarli efficacemente“.
L’opera che purtroppo è disponibile solo nella versione inglese, dimostra che il consumo sta avanzando in tutto il mondo. Gli odierni 4,9 milioni di morti all’anno nel 2020 diventeranno 8,4 milioni! 
18 La pubblicazione è apparsa contestualmente con la riunione a Ginevra degli stati membri destinata a concordare il progetto di convenzione di massima per la lotta contro il tabacco. Non si tratta di una pura coincidenza. Spiega la Dott.ssa Judith Mc Kay, coautrice dell’atlante insieme al Dott. Michael Eriksen, già direttore del US Office on Smoking and Health,“le misure prese oggi sono determinanti per la realtà di domani. E l’atlante deve essere uno strumento prezioso nella lotta contro l’epidemia del tabagismo“. Per prendere visione del documento e accedere a tutte le carte e alle statistiche 
cliccare su .

(Destination Santé)

Tabacco: ed eccoci al tumore del seno! 

Avete una figlia che fuma? Informatela che oltre ai rischi cardiovascolari, ai tumori del tratto intestinale, al polmone, alla gola, alla faringe, alla laringe, all’esofago, al pancreas, al rene e alla vescica, potrà sviluppare un tumore del seno!
Pierre Band e i suoi colleghi dell’Agenzia contro il cancro della Colombia Britannica a Vancouver (Canada) hanno messo a confronto i precedenti di tabagismo delle donne con o senza tumore del seno. Quelle che avevano cominciato a fumare nel quinquennio successivo alle prime mestruazioni presentavano un rischio pari al 70% in più rispetto alle non fumatrici. Questi risultati sottolineano l’importanza della prevenzione del tabagismo, a partire dalla prima età. Spiega Pierre Band: „I guasti sono tanto più gravi in quanto il tessuto della mammella è più sensibile alle sostanze cancerogene ambientali durante la pubertà.”

(The Lancet, 3 ottobre 2002)

Morte improvvisa del neonato: il tabacco chiamato in causa Alcuni ricercatori dell’Ististuto Pasteur, del Karolinska Institute e dell’Ospedale Robert Debré hanno scoperto che la nicotina, alterando i riflessi dell’ispirazione durante il sonno, può condurre alla morte improvvisa del neonato.

• A cosa vengono attribuite queste morti improvvise e quali è la loro incidenza?

E‘ questa in Francia la prima causa di morte nel primo anno di vita: si va da trecento a quattrocento casi l’anno. Si ignorano ancora le cause mentre sono noti taluni fattori di rischio, come il modo di coricare il bebé, una madre che ha fumato durante la gravidanza e così pure la presenza del tabacco nelle vicinanze della culla (un parente fumatore crea un rischio).

• In cosa consistevano le ricerche dell’Istituto Pasteur?

Le ricerche relative al nesso fra il tabacco e la morte improvvisa del neonato sono state effettuate da tre laboratori: quelli dell’Istituto Pasteur, del Karolinska Institute di Stoccolma e dell’Ospedale Robert Debré (Inserm). Abbiamo analizzato dei topi adulti sui quali una componente del ricettore dell’acetilcoline (come quello della nicotina), detto sotto-unità beta 2 era stata inattivata geneticamente all’atto del concepimento delle cavie (tutti questi topi avevano perso questo ricettore nel cervello nella fase fetale). Sono stati poi collocati in compagnia di altri topi normali (il campione di riferimento) in un apposito apparecchio per misurare la respirazione, nel quale gli animali si addormentano e si svegliano spontaneamente. Durante una fase di sonno il tasso di ossigeno viene ridotto bruscamente per mettere le cavie in uno stato di ipossia. Si studia poi il riflesso del risveglio. Si poté stabilire che il risveglio era fortemente attenuato nei topi modificati geneticamente, rispetto a quelli normali. Una volta desti, quelli privi del ricettore della acetilcoline respiravano diversamente: mentre per compensazione il volume respiratorio era aumentato in maniera inabituale.

• In conclusione, cosa vi hanno insegnato questi dati?

Abbiamo ottenuto la controprova che il ricettore beta-2 dell’acetilcoline, che è lo stesso della nicotina, è indispensabile per il buon funzionamento del riflesso del risveglio. L’ipotesi è che un’esposizione cronica alla nicotina durante la vita del feto modifica le proprietà di questo ricettore, ciò che nel neonato altererà il riflesso di sopravvivenza dopo la nascita. Un neonato con un ricettore menomato durante lo sviluppo fetale dalla nicotina della madre presenterà una predisposizione all’arresto respiratorio nel sonno. Non dovrebbero esserci più delle gestanti che fumano! Tanto più tenendo presente che, oltre alla nicotina vi sono altri agenti tossici suscettibili di menomare il feto e di attentare alla sua salute, come i catrami e i gas modificati…

• Quali ricerche vengono portate avanti all’Istituto Pasteur sulle conseguenze nefaste del tabacco?

Noi lavoriamo in modo particolare sui meccanismi della dipendenza dalla nicotina, che è una droga, e sui seguiti della disassuefazione che conducono alle ricadute. 

(Paris Match, 17 ottobre 2002)

Cigare: danger. 

Fumer le cigare double le risque de mourir d’un cancer ou de certaines maladies cardio-vasculaires, révèle une étude présentée à Santa Fe (Nouveau Mexique), lors d’un congrès organisé par l’Association américaine de cardiologie. D’après les chercheurs, la fumée des cigares contient plus de nicotine, de goudrons et de monoxyde de carbone que celle de la cigarette. De plus, la nicotine du cigare pénètre l’organisme par les muqueuses de la bouche, sans qu’il soit nécessaire d’inhaler la fumée.

Source: AFP

Tribune de Genève, 23 settembre 2002.

uesto lunedì è per me una grande giornata! Festeggio i miei tre mesi e mezzo con un incarnato chiaro e dei polmoni rosei. Proprio così. Sono trascorsi tre mesi e mezzo da quando ho smesso di fumare. E ho detto „bye bye“ e „addio“ a questa cicca maledetta che mi ha ingiallito le dita e annerito i denti per anni e anni. La verità è che ero stufa di farmi menare per il naso da un mozzicone qualunque. E solo Dio sa quante ne consumavo. Quante? Preferivo non contarle…

Mi sono detto: „Vorrei smettere, ma non ce la farò mai da sola.” E` allora che ho scoperto su Internet il sito „Tabac Stop Center“. Vi spiegano che potete liberarvi dalla „gauloise“ grazie al programma del tutto naturale e indolore „soft laser“. E vi garantiscono che „il laser porta le endorfine a un livello sufficiente per ridurre la dipendenza fisica dalla nicotina“. Il trattamento comporta due sedute della durata di 30 minuti ciascuna ed un controllo successivo di un anno nel caso di eventuali ricadute. Al ritmo con cui fumavo l’onorario richiesto lo avrei ammortizzato in meno di due mesi. Un bel mattino di giugno ho battuto alla porta del noto centro di Chêne-Bougeries. Jean-Louis ha fatto passare su vari punti del mio corpo un apparecchio dalle dimensioni di un pacchetto di sigarette. Per farmi passare la voglia di fumare, evitando di mangiare e di innervosirmi fino a scoppiare. „Bah!“ mi sono detta, piuttosto incredula, mentre lui mi spiegava che il metodo funziona nell‘80% dei casi…E il rimanente 20%? In quale delle due categorie sarei finita?
Strano a dirsi! Dalle ore 17.30 di quel giorno non ho tirato più una boccata. Con qualche piccolo inconveniente, ma molto meno di quanto pensassi.

Respiro finalmente. Un brindisi!
Julie

La dipendenza dal tabacco nei minori in forte aumento.

I minori sviluppano una dipendenza dalla nicotina molto in fretta, anche quando fumano moderatamente. Due sigarette alla settimana sono sufficienti, stando a uno studio effettuato in America e reso noto dalla rivista specializzata „Tobacco Control“. „I minori sviluppano una dipendenza dalla nicotina con una rapidità sorprendente e con delle quantità di tabacco così basse, come sinora nessuno aveva ritenuto possibile“, sostengono gli autori sulla citata rivista trimestrale, edita dal gruppo del British Medical Journal. I ricercatori hanno interrogato a più riprese sull’arco di 30 mesi 679 scolari dell’età compresa fra i 12 e i 13 anni. Su 332 scolari che avevano sperimentato il fumo (anche una sola volta) il 40% ha manifestato dei segni di dipendenza (provare un bisogno pressante di fumare,difficoltà a smettere, irritabilità o ansietà quando si è privati del fumo…). Nelle ragazze la dipendenza si è manifestata più svelto che nei ragazzi: in media 3 settimane (contro 183 giorni) dopo aver iniziato a fumare saltuariamente.

„Alcuni di questi minori sono stati presi nel laccio in pochi giorni dopo che avevano cominciato a fumare“, rivela il responsabile dello studio, il Dott. Joseph DiFranza dell’università di Massachusetts.
„La rapidità con la quale si sono manifestati i segni dell’assuefazione è ancor più sorprendente“, soggiungono gli autori. Sinora si pensava che essa sopravvenisse quando i giovani fumavano almeno dieci sigarette al giorno. Stando a questa ricerca il 50% dei giovani che presentavano segni di dipendenza dal tabacco, fumavano mediamente 2 sigarette per settimana; per il 75% la dipendenza si manifestava prima che fumassero tutti i giorni. Tuttavia al momento dell‘ultima intervista su 332 giovani 75 ricorrevano ancora alla sigaretta mentre gli altri avevano smesso. Il comportamento dei minori è diverso da quello degli adulti per quanto concerne la nicotina.

Il cervello nell’adolescente è in pieno sviluppo e pertanto sarebbe più vulnerabile alle dipendenze di quello adulto: più forte e di più lunga durata risulta l’impatto della nicotina sugli adolescenti, stando a quanto suggeriscono gli autori.
„I dati degli studi sull’uomo e sull’animale mi hanno portato a pensare che la dipendenza dalla nicotina inizia in parecchi casi dalla prima sigaretta“, conclude il Dott. DiFranza.

Fumatori, non-fumatori: un problema di stili di vita.

La pratica di uno sport rientra tendenzialmente nello stile di vita dei non-fumatori, specie fra i maschi. Del pari i non-fumatori sono portati più frequentemente dei fumatori ad evitare i cibi eccessivamente grassi o ricchi in zuccheri.

Coloro che dipendono dalla sigaretta non sono golosi delle verdure come i fagiolini o le carote. Né vanno matti per i convolvoli, i rapanelli,il crescione e la rapa. Inoltre il loro consumo di frutta è inferiore dal 20 al 50% rispetto a quello dei non-fumatori…. I fumatori accaniti,cioè coloro che consumano più di 20 sigarette al giorno, assimilanoil calcio, le vitamine C e le fibre in quantità minore, mentre il loro tasso di colesterolo risulta il più elevato di tutte le branche della popolazione…

In altre parole, chi fuma si nutre male. E se ne rende conto! Più di un terzo ammette di avere un comportamento nutrizionale „non molto equilibrato o addirittura completamente squilibrato“. Nei non-fumatori ciò si riscontra in un soggetto su quattro. A ben guardare questi dati non ci sorprendono più di tanto, visto che lo stesso tabagismo nasconde un disturbo del comportamento legato a una dipendenza farmacologica.

Il tabacco istupidisce?

l tabacco è nocivo per i nostri polmoni, il cuore, le arterie e…il cervello!
L’INSERM pubblica uno studio in base al quale i fumatori accaniti che decidono di abbandonare il fumo subiscono un’alterazione dei meccanismi dell’apprendimento e della memorizzazione. In altri termini quanto maggiore è la dose della nicotina consumata, tanto più alto il numero dei neutroni distrutti. Simultaneamente la produzione di nuove cellule subisce un rallentamento… Non sapete più bene perchè avete iniziato a fumare? E` giunto veramente il momento di smettere.

La nicotina aggredisce la produzione dei neutroni ?

ARIGI (AFP) – La nicotina, considerata come il componente responsabile della dipendenza, riduce la produzione di nuovi neuroni. È quanto rivelato, per la prima volta, da una ricerca francese pubblicata nel numero di maggio della rivista americana Journal of Neurosciences. 

I lavori dei ricercatori dell’Istituto nazionale francese della sanità e della ricerca medica (INSERM) sono stati condotti su delle cavie, in particolare su di una regione del cervello dei ratti (girus dentatus) che presenta la particolarità di produrre nuovi neutroni durante l’intera vita, intervenendo nel processo dell’apprendimento e della memorizzazione. Gli effetti stimolanti della nicotina sulle funzioni cognitive sono stati dimostrati da parecchio tempo, ma è del pari assodato che nel fumatore accanito in fase di svezzamento si manifestano un’alterazione dei meccanismi dell’apprendimento e della memorizzazione. Questo ci fa pensare che un‘esposizione cronica alla nicotina abbia degli effetti deleteri sul cervello, tali da turbare lecapacità cognitive.

Per spiegare i dati osservati, non ancora surrogati sotto il profilo biologico, i ricercatori dell’INSERM hanno deciso di studiare la plasticità (cambiamenti funzionali ovvero strutturali) di una regione particolare del cervello delle cavie. L’analisi dei risultati raccolti su questi roditori prova che l’assunzione di nicotina riduce la produzione di neuroni. Ciò in quanto le cavie si servono abbondantemente di nicotina. Durante l’esperimento, durato 42 giorni, il numero di neuroni freschi è sceso di più di una metà fra il gruppo di cavie che non ricevevano nicotina e quelle che ne assumevano la dose media stabilita dai ricercatori (0,04 grammi per chilo).
Parallelamente i biologi hanno potuto constatare l’abbassamento di un 44% fra questi due gruppi nel gettito di una proteina caratteristica (la PSA-NCAM) che di solito viene prodotta durante la migrazione dei neutroni. Inoltre la mortalità delle cellule risultava tanto piìu forte quanto più elevata era la dose di nicotina assorbita. 21 Le dosi di nicotina somministrate alle cavie sono vicine a quelle assorbite dai fumatori, sottolineano i due autori dello studio, Djoher Nora Abrous e Pier-Vincenzo Piazza, dell’unità INSERRM 259, basata a Bordeaux e diretta da Michel Le Moal.

Fino ad oggi pochi lavori hanno dimostrato gli effetti negativi sul cervello della nicotina. A questo componente, in taluni casi, era stata addirittura attribuita un’azione benefica sul sistema nervoso e quindi sui neuroni.

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CH-1006 Lausanne
Tel. +41 76 417 03 35 – Cellulare +41 76 417 03 35

Philip Morris accusato di avere messo in commercio dei filtri difettosi

Dei ricercatori americani accusano il gigante del tabacco Philip Morris di avere messo in commercio durante 40 anni delle sigarette munite di filtri difettosi. I ricercatori dell’Istituto sul cancro di Roswell Park, a Buffalo (New York), affermano che i filtri delle sigarette incriminate lasciano fuoruscire delle fibre e particelle di carbone che rappresentano una minaccia potenziale per la salute.

„Il filtro delle sigarette presenta attualmente dei difetti; Philip Morris è al corrente del difetto dei suoi filtri da più di quarant’anni“, afferma il Dott. John Pauly, dell’Istituto Roswell, in un rapporto reso noto dal giornale Tobacco Control.

Ma Philip Morris, uno dei maggiori produttori di sigarette a livello mondiale, ha risposto che i filtri incriminati non aumentavano per nulla il rischio per la salute rappresentato dal consumo delle sigarette e che la ditta non aveva mai cercato di nascondere tale difetto ai ricercatori.

„Noi prendiamo molto sul serio le informazioni scientifiche secondo cui un aspetto dei nostri prodotti sarebbe suscettibile di aumentare i rischi per la salute rappresentati dal consumo del tabacco, ma secondo la nostra interpretazione dei dati disponibili, non ritengo che i filtri comportino un rischio supplementare per la salute dei fumatori“, ha dichiarto un portaparola della ditta.

Le sigarette vendute nel mondo sono munite per il novanta per cento di un filtro. Pauly e la sua squadra poggiano le loro conclusioni su sessantuno documenti provenienti da Philip Morris, brevetti americani e documenti giudiziari, nonché su informazioni di fonte scientifica e medica.

Le sigarette al mentolo più pericolose di quelle classiche? 

Di Erin McClam 
Atlanta (AP) – Le sigarette al mentolo sarebbero più pericolose per la salute di quelle classiche? I risultati degli studi più recenti divergono e gli scienziati, non potendo per il momento rispondere in maniera univoca, domandano ricerche supplementari.

C’è chi sospetta il mentolo, con il suo gusto fresco e dolce, di incitare i fumatori a tirare di più sulla sigaretta, inalando così una quantità maggiore di nicotina Il mentolo è inoltre sospettato di danneggiare le cellule e di consentire alle tossine di penetrare più facilmente nei polmoni, provocando il cancro. „Per anni e anni, noi abbiamo stimato che gli effetti letali del tabacco erano così evidenti, che gli ingredienti delle sigarette erano una questione secondaria“, osserva Jack Henningfield dell’Università Johns Hopkins. “Stiamo adesso riconoscendo che la loro composizione è in grado di cambiare molte cose.” Il mentolo è un alcol estratto dall’essenza della menta peperina, spesso usato nelle anestesie locali. Entra a far parte in vari prodotti per l’igiene come la spuma da barba, il liquido collutorio o le pastiglie per l’alito. Nella sigaretta gli si attribuisce un gusto rinfrescante. Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Center for Disease Control and Prevention, CDC) nel corso di una conferenza tenutasi venerdì scorso a Atlanta ha passato in rassegna le diverse ricerche sulla pericolosità delle sigarette al mentolo.

Il Dott. Neal Benowitz, farmacologo clinico all’università della California a San Francisco, ha presentato uno studio che giunge alla conclusione che il mentolo non era associato ad un assorbimento maggiorato di nicotina o di monossido di carbonio. 22 Karen Ahijevych dell’Ohio State University ha invece presentato dei dati provvisori provanti che il mentolo aumenta l’esposizione al monossido di carbonio, almeno negli uomini, ed eleva la concentrazione della nicotina nel plasma.

Altri studi suggeriscono che il mentolo danneggia le cellule rendendole più permeabile alle tossine cancerogene.

Gli eventuali pericoli del mentolo sono tanto più allarmanti in quanto interessano le popolazioni il cui tasso di tabagismo è superiore alla media. Secondo il Dott. Benowitz il 75% dei fumatori di colore preferisce le sigarette al mentolo, contro il 20% nella popolazione bianca. Anche gli adolescenti che fumano per la prima volta sono più portati a scegliere le sigarette al mentolo.

Il CDC si propone di incoraggiare le ricerche sulla pericolosità del mentolo. Ha avviato una ricerca dettagliata riguardante i fumatori che passano dalle sigarette classiche a quelle al mentolo.

Per il momento gli scienziati sono d’accordo almeno su di un punto: con il mentolo è più facile che il fumatore tiri delle boccate più profonde il che può indurlo a fumare più in fretta e quindi a consumare un numero più grande di sigarette in un tempo dato. „Il mentolo può agevolare la dipendenza“, conclude il Dott. Steve Sidney, ricercatore del Kaiser Permanente. „E tutto ciò che agevola la dipendenza dal tabacco è un male per la salute.”

I guasti del tabacco in Svizzera .

In Svizzera circa 8.000 persone muoiono ogni anno di un male riconducibile al tabacco. La dipendenza dalla sigeretta costa 10 miliardi di franchi svizzeri all’anno, mentre l’imposta sul tabacco non rappresenta che l,7 miliardi di franchi che non vengono destinati alla prevenzione del tabagismo (…) Tale proposta non è stata per altro fatta propria dal Consiglio federale elvetico il quale „ha avuto certamente paura di attirarsi le ire dell’industria del tabacco“.

Cfr. le organizzazioni rappresentate in seno all’Ufficio per una politica di salute: l’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo, la Lega polmonare svizzera, l’Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie, la Lega svizzera contro il cancro, la Promozione salute svizzera, la Società svizzera di sanità pubblica, la Federazione dei medici svizzeri, santésuisse (la Federazione degli assicuratori malattia) e la Fondazione per la protezione dei consumatori. 

(AT Svizzera)

Gli attori fumano ed i giovani si intossicano!

Le immagini delle stelle della TiVù o del cinematografo con la „cicca“ sulle labbra non mancano di certo. A quanto pare esse avrebbero un’incidenza diretta sull’iniziazione alla sigaretta degli adolescenti.

James Sargent e i suoi collaboratori hanno esaminato 4.919 scolaridello stato del Vermont negli USA dell’età compresa fra i 9 e 15 anni.

Hanno chiesto loro se avevano già provato a fumare e se avevano visto dei film che figuravano in un elenco di 600 titoli. Tutte queste pellicole comportavano delle scene – in media 5 – dove la sigaretta veniva messa in particolare risalto.

I risultati non si prestano ad equivoci! La maggior parte degli scolari che hanno cominciato a fumare saliva a 4,9% fra quelli che avevano assistito da 0 a 50 scene di tabagismo, a 13,7% per quelli che ne avevano viste da 51 a 100, per raggiungere il 31,3% per quelli che avevano visto più di 150 scene di tabagismo.
La responsabilità diretta dell’industria cinematografica nel tabagismo giovanile è così comprovata.
E‘ cosa ben nota che certi attori non esitano a firmare dei contratti mirabolanti con talune marche di sigarette! Non sarebbe giunto il momento di un’inversione di tendenza?

(British Medical Journal, 15 dicembre 2001)

Lo scoppio ritardato: sigarette e ormoni femminili, sigarette e invecchiamento della pelle Nel lungo periodo il tabacco nuoce al funzionamento del sistema ormonale della donna e provoca:
• prima della menopausa, un abbassamento della fertilità
• una menopausa più precoce (mediamente di due anni)
• dopo la menopausa, un aumento della decalcificazione (osteoporosi, fragilità ossea).

A parte ciò il tabacco riduce l’apporto del sangue e dell’ossigeno alla pelle con delle conseguenze manifeste: la pella avvizzisce, perde in elasticità, le rughe sono più precoci e profonde. Gli effetti sono tanto più manifesti quanto più ridotta è l’efficacia della cura del viso a seguito dell’azione della sigaretta. Non fumare significa dunque contribuire a rallentare l’invecchiamento della pelle.
23 Un rischio immediato: sigarette e contraccezione

La somma „pillola + tabacco“ agevola la formazione di coaguli sanguigni, danneggia la parete dei vasi e li restringe. E‘ questa la causa della maggiore incidenza riscontrata nelle donne che fanno uso del contraccettivo orale dei rischi di episodi cardiovascolari (infarto, incidente vascolare-cerebrale), delle flebiti e delle trombosi alle vene. Passati i 35 anni il rischio è ancora più elevato. 

Tabagismo femminile: die rischi ancora malnoti .

Le donne nella loro stragrande maggioranza sono consapevoli dei pericoli legati al tabacco durante la gravidanza: aborto spontaneo, parto precoce, scarso peso del neonato alla nascita. In compenso ignorano troppo spesso che anche al di fuori di tale periodo esse subiscono gli effetti nocivi del tabacco sulla loro salute, in particolar modo quelli risultati dalle interazioni pericolose che esistono tra il tabacco e il sistema ormonale femminile.

Gran Bretagna: 57 decessi a causa del Zyban? 

L’agenzia ufficiale MCA precisa che il ruolo del Zyban (disassuefazione dal fumo) nella morte di queste persone „non è provato“ e che „nella maggioranza dei casi, le condizioni fisiche dei soggetti potrebbe fornire la spiegazione“ del decesso. In quattordici casi, i pazienti non prendevano più Zyban al momento del decesso, aggiunge l’agenzia governativa. Il Zyban è un prodotto del gruppo inglese GlaxoSmithKline. In data 30 novembre 2001 era stato prescritto a circa 500.000 persone in Gran Bretagna. Il 10 gennaio 2002 la MCA aveva individuato circa 7.000 casi di „reazione negativa“ intervenuta dopo l’assunzione di Zyban. Si trattava di insonnia, urticaria, cefalea e vertigini.

Le sigarette leggere meno nocive?

Sono sempre di più le persone che cercano di smettere di fumare ricorrendo ai cerotti e ad altri succedanei della nicotina. Numerose campagne di informazione e prevenzione dei rischi legati al consumo del tabacco hanno permesso una presa di coscienza su vasta scala dei misfattoi della dipendenza dal tabacco. Ma non tutti hanno la volontà indispensabile per condurre a termine questa impresa ambiziosa. Certuni passano alle sigarette leggere, convinti che esse risultino meno nocive alla salute di quelle cosidette „normali“. Malauguratamente come oggi nessuno è in grado di affermare che le sigarette leggere siano meno nocive alla salute di quelle normali. L’Istituto americano di medicina ha affrontato l’argomento su richiesta della FDA (Food and drug administration) e ha presentato il suo rapporto alla fine del mese di febbraio: non ci sono elementi che permettano di sostenere che questo tipo di sigarette esponga meno il consumatore alle sostanze cancerogene. E‘ lecito pensare che le sigarette leggere permettano al fumatore di inalare meno sostanze cancerogene di quanto farebbe con le sigarette tradizionali; in compenso chi ricorre alle sigarette leggere sarebbe portato a fumarne di più e a tirare più boccate. In parole povere, guardatevi dal credere che le sigarette leggere siano un male minore: chi fuma „leggero“, fuma lo stesso!

Le BPCO: una realtà misconosciuta, ma talmente presente…
Nella sola Francia 2,5 milioni di persone sono affette da broncopolmoniti croniche ostruttive (BPCO). Chiamato in causa è, una volta di più, …il tabacco! Attualmente la Società di pneumologia per i paesi francofoni (SPLF) lancia una vasta campagna di sensibilizzazione con l’intento di far conoscere meglio queste patologie, così al grande pubblico come…agli stessi medici! A tutt’oggi le forme di BPCO vengono riconosciute tardivamente e non sono trattate come dovrebbero. Troppo spesso vengono confuse con l’asma. Sono caratterizzate da un’ostruzione progressiva dei bronchi da cui consegue una riduzione del volume respiratorio, anch’essa progressiva e…irreversibile. Prima o poi si giunge a una forma di insufficienza respiratoria cronica ostruttiva. Giunto a questo stadio il paziente deve essere trattato a domicilio coll’ossigeno-terapia. Stando ai dati dell’OMS le forme di BPCO costituiscono la sesta causa di mortalità al mondo! Esse sarebbero largamente sottostimate. Mentre invece interesserebbero il 12% della popolazione dei paesi sviluppati. In Francia sono responsabili di 15.000 morti ogni anno. In maggioranza fumatori, visto che dopo 40 anni un fumatore su cinque è affetto da una forma di broncopneumopatia!

(Le Quotidien du Médecin, 29 novembre 2001 – Antadir, 21 novembre 2001)

Un miliardo di decessi dovuti al tabacco entro la fine del 21° secolo .

Un miliardo di decessi dovuti al tabacco entro la fine del 21° secolo Stando a un articolo apparso nel periodico Nature Reviews Cancer, lo storico delle scienze Robert Proctor, dello stato di Pennsylvania, prevede più di un miliardo di decessi causati dal tabacco entro la fine di questo secolo.

La profezia del ricercatore è il frutto di una serie di analisi storiche sui tassi di mortalità provocati dal tabacco e sui livelli globali del tabagismo e dei suoi effetti. In particolare, Proctor ha evidenziato che il cancro del polmone era una patologia molto rara prima del 20° secolo, tale da suscitare la sorpresa nei medici dell’epoca. Il legame fra l’incidenza del cancro del polmone e il numero dei fumatori è stato scoperto per la prima volta nel 1912 da Isaac Adler. La prima analisi quantitativa di questo nesso è stata per altro effettuata solo nel 1929, in Germania. Nello stesso anno il consumo mondiale delle sigarette era già pari a 600 miliardi l’anno.

Da allora il consumo è cresciuto di ben 10 volte, toccando un vertice nel 1990. Nel suo articolo Proctor esamina vari studi sull’epidemia del tabagismo, vista nei suoi nessi con il tumore polmonare, gli ostacoli da superare per controllare l’uso del tabacco e la crescita delle patologie da cancro nel mondo intero. I risultati di Proctor presentano delle statistiche che provano che si verifica un decesso legato al tumore polmonare ogni 3 milioni di sigarette consumate. Lo storico afferma che vista la regolamentazione a cui va soggetta la sigaretta nei vari stati, è facile prevedere in base alle quantità prodotte le conseguenze nel lungo periodo degli effetti partendo da un livello di consumo dato.

(Nature Reviews Cancer 2001; 1:82-86)

L’agenzia ufficiale MCA precisa che il ruolo del Zyban (disassuefazione dal fumo) nella morte di queste persone „non è provato“ e che „nella maggioranza dei casi, le condizioni fisiche dei soggetti potrebbe fornire la spiegazione“ del decesso. In quattordici casi, i pazienti non prendevano più Zyban al momento del decesso, aggiunge l’agenzia governativa. Il Zyban è un prodotto del gruppo inglese GlaxoSmithKline. In data 30 novembre 2001 era stato prescritto a circa 500.000 persone in Gran Bretagna. Il 10 gennaio 2002 la MCA aveva individuato circa 7.000 casi di „reazione negativa“ intervenuta dopo l’assunzione di Zyban. Si trattava di insonnia, urticaria, cefalea e vertigini.

Smettere di fumare: una decisione personale e una scelta di vita

Smettere di fumare: una decisione personale e una scelta di vita Prendere coscenza dei rischi rappresenta certamente un primo passo sulla via che porta all’abbandono del fumo. Ma la vera chiave del successo risiede nella motivazione personale.

Un esempio? Durante la gravidanza, il 75% delle donne fumatrici riescono a smettere.

Purtroppo la maggioranza di esse riprende la sigaretta dopo il parto.

Perché questo? Esse hanno smesso per il bene del nascituro, ma un arresto defintivo procede da una scelta personale che ciascuno fa per sé, in vista del proiprio benessere e avvenire.